I temi della diversità e dell’inclusione rappresentano uno dei più grandi dibattiti che, al giorno d’oggi, ruota attorno all’ambiente lavorativo, tanto da renderlo uno dei principali fattori di scelta per chi è alla ricerca di impiego.
Ma che cosa si intende esattamente per diversità e inclusione?
È importante anzitutto differenziare questi due concetti nonostante si abbia spesso l’impressione che il primo possa risultare discriminatorio in assenza del secondo.
Quando si parla di diversità (Diversity), ci si riferisce appunto a tutte le differenze tra le persone: età, etnia, sesso, genere, orientamento sessuale, aspetto fisico, disabilità, religione, status socio-economico e cultura. In ambito lavorativo, questo si traduce nella molteplicità dei punti di vista che ogni persona o gruppo possono portare all’ambiente che li circonda, grazie al proprio background di vita ed esperienze. L’inclusione (Inclusion) rappresenta invece la possibilità di agire per creare un contesto dove ogni persona o gruppo siano rispettati per le loro caratteristiche, in cui potersi esprimere al meglio senza pregiudizi di sorta.1
Chiariti questi due concetti vediamo come, negli ultimi 50 anni, è drasticamente cambiato il modo di pensare all’ambiente lavorativo inteso come contesto nel quale vari individui collaborano e interagiscono. Se prima il lavoratore doveva essere “omologato” a tutti gli altri dello stesso contesto, annullando e penalizzando quindi le differenze presenti tra ognuno, oggi si è capito che sono proprio queste a portare valore aggiunto all’azienda.
Come nella definizione vista prima, esperienze diverse possono aiutare a vedere nuovi modi di risolvere un problema e giungere a conclusioni in maniera più efficiente. Non è solamente una questione di rendimento aziendale ovviamente: un ambiente inclusivo, infatti, permette alle persone di sentirsi libere di esprimersi senza pregiudizi o discriminazioni.
È ormai appurato quanto il benessere del singolo individuo veicoli notevolmente il suo modo di lavorare. Questo si rispecchia anche sulla reputazione dell’azienda stessa. I brand percepiti come più inclusivi influenzano le scelte d’acquisto delle persone: il 51% dei consumatori preferisce brand che investono sulla Diversity & Inclusion. Per quanto riguarda poi la crescita, nel 2019 i brand che hanno investito sulla Diversity & Inclusion sono cresciuti del 20% con un passaparola aumentato dell’85,1%.2
Per fare in modo che tutte le diversità in ambito lavorativo vengano rispettate, esistono figure specializzate, i Diversity Manager, che si occupano proprio di supportare i diversi stili di vita andando incontro alle necessità ed esigenze di ognuno per cercare di creare un ambiente il più possibile inclusivo sotto ogni punto di vista. Non si tratta infatti solamente di rispettare e cercare di “sfruttare” al meglio le capacità che ogni persona è in grado di sviluppare in base al proprio background, ma anche di capire e concedere la modalità migliore in cui una persona possa lavorare. Un esempio può essere il lavoro da remoto per quelle persone che hanno difficoltà a muoversi o vivono molto distanti dal luogo di lavoro, oppure concessioni e spazi dedicati a madri lavoratrici che hanno necessità di portare saltuariamente i figli in ufficio così come per i padri.
La strada per il superamento dei pregiudizi e delle discriminazioni è ancora lunga e richiede un impegno costante ma come abbiamo visto negli ultimi anni sono stati fatti enormi passi avanti. Purtroppo esistono ancora paesi, tra cui l’Italia, in cui le differenze, specialmente di genere, fanno sì che il livello di retribuzione delle donne sia diverso da quello degli uomini. La soluzione per superare queste problematiche risiede, da sempre, nella cultura e nell’educazione, portando avanti e incentivando programmi e iniziative volte al superamento delle discriminazioni.
Fonti:
1. https://www.quindo.it/diversity-inclusion-perche-sono-importanti-in-azienda/