Da qualche giorno sui social si è diffusa la notizia che il colosso automobilistico Lamborghini ha introdotto la cosiddetta settimana corta: 4 giorni lavorativi effettivi e 3 di riposo, senza riduzione di stipendio.
Si tratta di un argomento molto discusso negli ultimi anni: paesi come Islanda, Nuova Zelanda e Giappone hanno lanciato diversi progetti sperimentali per testare questa nuova forma lavorativa con risultati, com’era prevedibile, molto positivi.
L’equilibrio tra lavoro e vita privata è decisamente migliorato e la produttività in primis non ne ha minimamente risentito, anzi, in alcuni casi si è registrato un aumento della stessa dal momento che una riduzione oraria diminuisce anche i livelli di stress.
Il pensiero comune ci ha sempre portato a pensare che lavorare di più equivale ad essere più produttivi, ma molti studi hanno riscontrato che un sovraccarico lavorativo in realtà riduce notevolmente la produttività. Un lavoratore stressato si sente meno motivato a lavorare; ciò può portare a disattenzioni più frequenti sulle mansioni da svolgere che, a seconda del settore, possono anche risultare pericolose per la salute del lavoratore stesso.
Perché lavorare meno?
L’avvento della pandemia ha cambiato molto le nostre abitudini, dando modo alle persone di rivalutare le proprie priorità. L’introduzione più importante in campo lavorativo è stata lo smart working.
Molti paesi hanno quindi cercato di adattarsi ai nuovi stili di vita e alle richieste che le nuove generazioni stanno facendo, affacciandosi al panorama lavorativo odierno.
“I lavoratori, oggi, chiedono alle aziende soprattutto tempo di vita, e la vera sfida è dimostrare che si può essere efficienti e produttivi lavorando meno ore. Il mondo del lavoro sta attraversando una fase di profonda trasformazione. I giovani sono molto più dinamici, non sono più attaccati al posto fisso come un tempo, cambiano lavoro più spesso e vanno dove c’è più welfare e più flessibilità” 1 le parole di Milena Cesca, segretaria generale Femca Cisl Belluno.
Lavorare 4 giorni a settimana, quindi, porta i dipendenti ad essere più felici, ad avere più tempo libero da dedicare a sé stessi e alle proprie attività. Con una riduzione del rischio di burnout e una conseguente diminuzione di richiesta di permessi per congedo da malattia.
Riportiamo un esempio pratico: in Svezia hanno condotto un esperimento in una casa di cura durato 18 mesi, introducendo la settimana lavorativa di 6 ore al giorno al fronte delle canoniche 8: i risultati sono stati sorprendenti. Gli infermieri hanno registrato una riduzione delle ore di malattia e un miglior benessere a livello mentale, oltre ad un impegno maggiore sul lavoro, organizzando l’85% di lavoro in più per i loro pazienti.
Altri vantaggi
Offrire modalità lavorative come lo smart working, la flessibilità oraria o l’introduzione della settimana corta è un buon modo per attrarre nuovi talenti e trattenere i propri, che magari vogliono cercare condizioni lavorative diverse.
Sappiamo benissimo come la disuguaglianza di genere rappresentino un problema in moltissime aziende. Aziende e governi si stanno mobilitando per cercare di ridurre queste disuguaglianze e garantire equità lavorativa. La settimana lavorativa di 4 giorni potrebbe aiutare anche in questo senso, dal momento che spesso quando avviene la nascita di un figlio sono soprattutto le donne a subire conseguenze negative sul lavoro. Avere un giorno libero aggiuntivo aiuterebbe i genitori nella gestione del periodo successivo alla nascita di un figlio.
Fonte:
1. https://www.fanpage.it/attualita/come-funziona-la-settimana-lavorativa-di-4-giorni-che-sta sperimentando-luxottica/