Sappiamo quanto la pandemia ha drasticamente cambiato le abitudini di vita della maggior parte delle persone: abbiamo iniziato a dedicare una maggiore attenzione alla qualità della vita lavorativa bilanciata con una corretta gestione del tempo dedicato a noi stessi. Il fenomeno simbolo di questo cambiamento è lo smart working.

Recentemente si sta registrando un calo della diffusione di questa modalità lavorativa. In particolare, persone con un livello di istruzione maggiore (42%) continuano a beneficiare dello smart working, al contrario di figure con un livello più basso d’istruzione (20%).

Occorre far luce su un punto che non sempre viene visto come un aspetto negativo ma anzi, quasi un plus dai lavoratori stessi. A casa il lavoro può essere interminabile. Avvertendo meno lo stress, lavorando da remoto, il lavoratore stesso rischia di superare l’orario previsto o di non fare pause. Si rischia così di perdere i confini tra vita privata e lavoro. In questo caso è il reparto HR che dovrebbe intervenire con alcuni consigli e iniziative.

Ecco alcuni esempi:

-Promuovere uno stile di vita più sano, incentivando le persone a muoversi e a fare delle regolari pause all’aria aperta

-Supportare la pianificazione delle attività lavorative per fare in modo che gli orari vengano rispettati

-Organizzare attività di Team Building per incentivare i buoni rapporti tra colleghi anche se si lavora in smart.

Esiste un termine ben preciso per indicare questo equilibrio tra vita privata e lavorativa: il Work-life Balance. Con questo termine si intende la capacità di equilibrare la sfera lavorativa e quella privata. Un corretto bilanciamento di questi due aspetti rappresenta il segreto per migliorare le performance in ambito lavorativo.

Un dipendente felice risulta più motivato e di conseguenza otterrà risultati più soddisfacenti. L’indagine di Randstad sull’Employer Branding, ha rivelato che per il 60,5% dei lavoratori italiani, il work life balance è l’aspetto prioritario nella scelta di un’azienda. 1

Il bilanciamento tra questi due aspetti non può essere fatto in maniera completamente equa: in primo luogo perché non è realistico e in secondo perché ogni persona avrà necessità differenti in base a fattori quali età o situazione familiare, quindi l’equilibrio di una persona può non essere lo stesso di un’altra. Ragione per cui spetta alle aziende adottare un approccio quanto più possibile ad hoc per ogni persona, in modo tale da andare incontro alle esigenze di ognuno.

Di seguito alcuni consigli per favorire l’equilibrio di cui abbiamo parlato:

  • Flessibilità oraria
  • Benefit aziendali (Welfare)
  • Banca ore
  • Maggiore attenzione nel fissare riunioni entro una certa ora
  • Favorire lo smart working soprattutto per i dipendenti che abitano molto lontano dal luogo di lavoro

 

Fonte:

1. https://www.randstad.it/azienda/mercato-del-lavoro/randstad-employer-brand-research/